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Hate speech: peculiarità e ripercussioni

Immagine del redattore: Beatrice ZamunerBeatrice Zamuner

Con l'avvento di internet e delle innovazioni tecnologiche ad esso collegate, si è assistito ad un mutamento della comunicazione dal momento che, all'interno dei social media, chiunque può esternare il proprio pensiero o produrre informazioni che verranno condivise a livello globale. Questo ha incentivato il proliferare dell' hate speech, ossia il fenomeno che viene definito dalla Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa (1997) come «all forms of expression which spread, incite, promote or justify racial hatred, xenophobia, antisemitism or other forms of hatred based on intolerance, including: intolerance  expressed by aggressive nationalism and ethnocentrism, discrimination and hostility against minorities, migrants and people of immigrant origin».

La struttura della rete e l'evoluzione tecnologica hanno fatto si che il fenomeno in esame abbia delle notevoli peculiarità, tra le quali rilevano la difficile individualizzazione come conseguenza del fatto che le informazioni siano decentralizzate in parti diverse del web, oltre al fatto che la permanenza e la resistenza dei contenuti accompagnati dall'uso di pseudonimi e dell’anonimato facilitano pulsioni negative e facciano perdere la probabilità di essere chiamati a rispondere. Ne consegue una diminuzione della responsabilità in capo all’utente che abbia istigato all’odio verso la vittima assente e, inoltre, incoraggiano a perseverare con tale comportamento dal momento che rimarrà impunito.

Questa forma di intolleranza porta diverse ripercussioni, quali aumentare i pregiudizi verso quei soggetti o gruppi di soggetti minacciati fino a provocare due tipi di danno: un primo danno è quello diretto, ovvero provocare un danno emotivo o psicologico; invece, il secondo è il danno indiretto, cioè attaccando la dignità delle persone e danneggiandone la reputazione.

La questione del discorso d’odio nei social media ha acquisito una dimensione e importanza tale da diventare ogni giorno più preoccupante tanto da rendere necessario un intervento delle organizzazioni europee e internazionali, le quali dovranno tener conto della diversità e dell'eterogeneità dei profili che scaturiscono dal fenomeno stesso, al fine, non solo di dimensionare correttamente il problema, ma anche per tracciare strategie adeguate alle diverse origini delle manifestazioni d’odio.

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