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Il modello «pay or consent» di Meta viola il Digital Markets Act

Immagine del redattore: Massimo ZanollaMassimo Zanolla

Il modello «pay or consent» di Meta è stato giudicato illegittimo per violazione del Digital Markets Act (DMA).


Il 1° luglio 2024, in un comunicato stampa, la Commissione UE ha dichiarato di ritenere in via preliminare che il  modello  «pay or consent» di Meta non sia conforme al regolamento sui mercati digitali, così come previsto dall’articolo 5, paragrafo 2. In particolare, il modello di Meta:

  1. non permette agli utenti di optare per un servizio che utilizzi un quantitativo inferiore dei loro dati personali ma che sia comunque equivalente al servizio che prevede gli annunci pubblicitari personalizzati.

  2. non permette agli utenti di esercitare il loro diritto di acconsentire liberamente alla combinazione dei loro dati personali.


  L'indagine della Commissione, risalente al 24 marzo 2024, si concluderà entro dodici mesi dal suo inizio. Se il parere dovesse essere confermato, si tradurrà in decisione, con sanzioni fino al 10% del fatturato mondiale totale in caso di inosservanza, e fino al 20% in caso di recidiva.

Il cosiddetto «pay or consent» ha incontrato ostacoli anche in materia di privacy. Lo scorso aprile,  dopo la denuncia di NOYB e la richiesta di diverse autorità garanti, lo European Data Protection Board (EDPB) si era espresso in merito all’impatto di una simile pratica sulla protezione dei dati. Infatti secondo il parere ufficiale:

 

«L'offerta di (solo) un'alternativa a pagamento al servizio che include l'elaborazione a fini di pubblicità comportamentale non dovrebbe essere la strada predefinita per i titolari del trattamento. Al contrario, quando sviluppano l'alternativa alla versione del servizio con pubblicità comportamentale, i titolari del trattamento dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di fornire agli interessati una “alternativa equivalente" che non comporti il pagamento di un corrispettivo».

 

Quest'ultimo parere, benché differente e separato dalla recente indagine della Commissione Europea, è un'esempio di come i modelli e le strategie di business delle grandi piattaforme saranno sempre più nel mirino della normativa europea, visto il numero crescente di basi giuridiche che questa porta con sé. Sarà di certo interessante osservare come questa sfida verrà affrontata e se si sarà in grado di individuare un modello sostenibile e compliance, che riesca a porsi come saldo punto di riferimento per il legislatore futuro.


 

 

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